A.C. 3491-A
Grazie, Presidente. La brutale guerra di aggressione della Russia richiede delle risposte all'altezza della sfida. È una brutale aggressione, che in questo momento colpisce indiscriminatamente civili e militari e che sta portando alla distruzione fisica di un Paese intero, che sembra non conoscere né pietà né logica. Per fortuna, i Paesi del Patto atlantico e l'Unione europea, in particolare, hanno risposto con una compattezza che credo abbia sorpreso e forse anche spaventato Vladimir Putin.
Abbiamo varato delle sanzioni molto onerose per la Russia, che hanno colpito non solo le imprese e le banche di quel Paese, ma la stessa attività della Banca centrale russa, con il congelamento delle riserve economiche. Sono state imposte restrizioni all'export, sono state varate decisioni che prevedono il sostegno, anche attraverso la fornitura di attrezzature militari, all'autodifesa dell'Ucraina, uno Stato sovrano che, come diceva il collega Aresta, è stato aggredito senza nessuna ragione.
Lo hanno fatto non solo i singoli Paesi della NATO e i singoli Paesi europei, ma la stessa Unione europea attraverso la European Peace Facility, che per la prima volta viene utilizzata per degli acquisti comuni di forniture militari.
Sono stati varati dei provvedimenti per la chiusura dello spazio aereo europeo e il divieto di sorvolo da parte delle compagnie con sede in Russia. Si è deciso di procedere alla chiusura di Sputnik, di Russia Tv e di tutti quei canali informativi che in questi anni hanno inquinato con propaganda e false notizie il nostro spazio informativo. Si è deciso anche un grande intervento umanitario: 600 milioni di euro sono stati stanziati dal bilancio europeo per fare fronte alle prime esigenze umanitarie dell'Ucraina. È stata applicata per la prima volta la direttiva europea che prevede la possibilità di garantire protezione temporanea a chi fugge dalla guerra in Ucraina, non solo ai cittadini ucraini, ma anche ai cittadini di quei Paesi che si trovano in Ucraina e che hanno bisogno, scappando da lì, di trovare assistenza, sicurezza e protezione nei nostri Paesi.
La risposta europea, la risposta occidentale, quindi, è stata per fortuna senza precedenti, ma anche l'Italia deve fare la sua parte e questo decreto è probabilmente il primo di una serie di decreti con i quali faremo fronte a tutto quello di cui ci sarà bisogno per contrastare l'atteggiamento prepotente della Federazione Russa nei confronti dell'Ucraina, ma più in generale nei confronti della libertà degli Stati di decidere del proprio orientamento internazionale e del proprio orientamento interno.
È per questo che, con questo decreto, per quanto riguarda la parte più relativa alla Commissione affari esteri, abbiamo varato una serie di misure molto importanti, anche se ci tengo a sottolineare che sono semplicemente le prime di una serie di misure. Anche nel corso della discussione del decreto è emerso più volte che serviranno, poi, dei provvedimenti di merito, sia sul versante della sicurezza energetica, che sul versante della protezione delle nostre imprese e dei nostri cittadini dai costi derivanti da questa guerra, sia per quanto riguarda, più in generale, il tema dell'accoglienza.
Per quanto riguarda le parti di competenza del Ministero degli Affari esteri, il decreto prevede, all'articolo 3, l'autorizzazione al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e all'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo di operare in deroga alla vigente normativa - ovviamente ad eccezione delle norme penali, di quelle in materia di contrasto alla criminalità organizzata e di quelle derivanti da obblighi inderogabili discendenti dall'appartenenza all'Unione europea - per quanto riguarda tutti gli interventi di assistenza e di cooperazione in favore del Governo e della popolazione ucraina.
L'articolo 4 dispone un incremento di 10 milioni di euro per l'assistenza consolare: come sappiamo, il nostro personale, a partire dall'ambasciatore Zazo, sta prodigandosi per sostenere i nostri cittadini e anche i cittadini ucraini che hanno bisogno di scappare dall'Ucraina.
L'articolo 5, come raccontava anche il collega Aresta, è stato modificato in sede referente e potenzia la funzionalità dell'unità di crisi del MAECI, che, in questo momento, è uno degli snodi della nostra rete diplomatica, fondamentale per prestare assistenza ai nostri cittadini all'estero. In particolare, la Commissione ha voluto aumentare le risorse disponibili all'unità di crisi, con un emendamento a firma di tutti i componenti di tutti i gruppi della Commissione.
L'articolo 5-bis, al fine di fronteggiare l'eccezionale instabilità del sistema nazionale del gas naturale derivante dalla guerra in Ucraina, consente il riempimento degli stoccaggi di gas nell'anno termico 2022-2023 e autorizza l'anticipo, anche a scopo preventivo, dell'adozione di misure di aumento dell'offerta e/o riduzione della domanda di gas prevista in casi di emergenza.
Infine, l'articolo 5-quater contiene disposizioni relative all'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina. Già il collega Aresta ha analizzato una parte di questa misura, io ci tengo a dire che, in fase di discussione del provvedimento in Commissione, è emerso come sia necessario al più presto un provvedimento più ampio da parte del Governo per fare fronte ai numeri di persone che stanno arrivando. Il Governo, in questo provvedimento, prevedeva la possibilità di aprire 13 mila posti per l'accoglienza. Questo weekend abbiamo toccato, forse, i 45 mila arrivi: sono persone che sono arrivate e in questo momento sono ospitate all'interno della rete amicale e di relazioni che ciascuno di loro ha. Tuttavia, è evidente che questa rete non può sostenere nel lungo periodo questo tipo di accoglienza e quindi servirà, da parte del Governo, una serie di provvedimenti non solo di carattere economico, ma anche per favorire il coordinamento tra le varie amministrazioni - penso, ad esempio, a quanto già messo in atto dal Ministero dell'Istruzione e a quanto sta già prodigandosi il Ministero della Salute - per far sì che tutte queste amministrazioni funzionino e possano affrontare l'accoglienza come strumento per sostenere in parte lo sforzo bellico dell'Ucraina.
Infine, ci tengo a dire che questo decreto e, più in generale, anche gli altri decreti devono concentrarsi su come proteggere i nostri cittadini dalle conseguenze economiche di questa guerra.
L'aumento dei prezzi delle materie prime, in particolare del gas, ma anche delle materie prime di carattere agricolo, possono avere un impatto molto duro sui nostri cittadini. Dobbiamo evitare che sia così. Dobbiamo far fronte a uno sforzo straordinario per proteggere i cittadini italiani e le imprese italiane da quella che può essere la vendetta di Putin. Bisogna fiaccare il regime di Putin, non bisogna fiaccare lo spirito e il sentimento di solidarietà che tanti nostri cittadini stanno esprimendo in questo momento nell'assistere alla brutale violazione del diritto all'autodeterminazione dell'Ucraina e del suo popolo.
Per questo confidiamo, poi, in un seguito di altre misure e che questa maggioranza, la maggioranza che sostiene questo decreto, che è più ampia della stessa maggioranza di Governo, possa continuare a sostenere questo tipo di provvedimenti.